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PIANO REGOLATORE

La Nostra Visione sul piano regolatore generale
 

Oggi un Piano regolatore per Itri non solo deve far costruire, ma deve soprattutto conservare, ristrutturare, recuperare e salvaguardare le ricchezze del nostro territorio: l’ambiente, il paesaggio, l’agricoltura, i beni culturali, le attività produttive già insediate. Ciò significa fare un piano regolatore che ribalta le passate logiche della cementificazione, nonché di consumo del territorio e, al contrario, adotta la logica della RIQUALIFICAZIONE e dello SVILUPPO SOSTENIBILE.

Il PD di Itri condivide i tre criteri di riferimento scelti dall’attuale Amministrazione in merito alla stesura del nuovo PRG e cioè PREMIALITA’ – PEREQUAZIONE – COMPARTI, ma dobbiamo rilevare le seguenti criticità:

1- Servizi (zone verdi, parcheggi, aree pubbliche attrezzate)

Il Piano deve ristabilire in forma prioritaria il principio che ogni quartiere deve avere la propria area pubblica, nel rispetto degli standard previsti o individuando, per le zone ormai sature, gli spazi residui comunque presenti e/o spazi limitrofi.  Ogni area omogenea deve avere i propri standards urbanistici. Le aree di verde pubblico devono essere “realmente” verde pubblico fruibile dal cittadino e inserisi all’interno del tessuto urbano e non ai margini dello stesso (vedesi San Cristoforo).

 

2- Centro storico alto e basso:

Recupero delle aree pubbliche e di quelle limitrofe al Centro storico da destinare a parcheggio e a servizi. Inserimento di servizi pubblici (zone verdi, parcheggi e servizi) all’interno del tessuto storico allo scopo di risanare e ripopolare il cuore del paese non solo inteso come residenza per turisti ma soprattutto come motore propulsore di una nuova socialità.

Si alla proposta di istituire l’albergo diffuso nei centri storici (alto e basso) favorendo iniziative private di recupero e ridestinazione  ricettiva di magazzini, caseggiati abbandonati, ruderi favorendo un inedito approccio conservativo verso il patrimonio architettonico.

Istituzione di strutture pubbliche - servizi (ostello, centro culturale, uffici comunali distaccati) su edifici privati abbandonati e ridotti a rudere adottando per questi il criterio della premialità.

Individuazione di area da destinare a parcheggio pubblico per residenti e  bus turistici.

Bisogna insomma stabilire la centralità dell’area storica, ripartendo dalla sua rivitalizzazione,

facendone il motore propulsore del recupero dell'identità del paese.

 

3- Zone B (completamento):

Il Comune deve preventivamente pianificare interventi di ristrutturazione urbanistica e procedere a piani di recupero, disciplinando con le norme tecniche gli interventi consentiti nel rispetto degli standards urbanistici.

 

4- Zone C (espansione):

Equa distribuzione delle zone d’espansione a raggiera su tutto il territorio, compatibilmente con i vincoli sovraordinati, così come sancito dal programma della lista Patto per ITRI Futura. Ridimensionamento dei volumi nei comparti d’espansione con tipologia di costruzione a basso impatto quali case isolate e villette a schiera (no a tipologia a palazzine)

5- Edilizia sociale e convenzionata:

Aumento della percentuale riservata all’edilizia sociale e convenzionata dal 30% al 40%, a favore delle giovani coppie e cooperative mediante l’ampliamento della superficie da destinare alla 167.

Ubicazione distribuita su più aree da individuarsi e più prossime al centro urbano.

Possibilità di inserire edilizia sociale e convenzionata su edifici abbandonati dei centri storici (alto e basso) con interventi di recupero edilizio e di restauro nel rispetto delle norme vigenti.

 

6- Borghi Agricoli e Zone turistiche di fatto

Va chiarita l’ambiguità nell’individuazione dei borghi agricoli e delle zone turistiche di fatto: quali diverse tipologie si prevedono, come vengono articolate sul territorio e, soprattutto, cosa comporta l’appartenenza ad un borgo agricolo piuttosto che alle Zone turistiche di fatto, per le quali è sicuramente condivisibile il criterio della loro distribuzione sul territorio.

Poco chiaro, infatti, rimane il criterio d’individuazione e classificazione delle zone turistiche e dei borghi agricoli in quanto essi vanno considerati non solo su criteri spaziali legati alla vicinanza di più edifici ma piuttosto legati a una valutazione reale della loro qualità (caratteristiche reali che contraddistinguono il borgo agricolo piuttosto che la zona turistica – areale/destinazione degli edifici/contesto/vicinanza dal centro urbano/distanza dalle vie di comunicazione)

Rispetto alle zone turistiche vanno tutelate valorizzate le numerose attività già presenti sul nostro territorio innanzitutto facendo un’analisi reale della loro diffusione e una verifica della loro tipologia (beb, alberghi, case vacanza, agriturismi) per evitare fenomeni di evasione e per premiare chi punta sulla qualità delle strutture ricettive.

 

7- Attività estrattive e aree dismesse (Sottozone industriali limitrofe alle zone residenziali )

Individuazione delle cave dismesse, detrattori paesaggistici nonché ambientali in quanto in esse spesso s’innestano discariche abusive di vari materiali, sin qui classificate come zone agricole, da sottoporre a interventi di recupero naturalistico e ambientale.

Individuazione delle attività estrattive in funzione e in dismissione e analisi del loro impatto paesaggistico, ambientale in vicinanza a zone residenziali e al centro urbano.

Interventi di piantumazione arborea per l’abbattimento del loro impatto estetico; strategie di riclassificazione e successivi interventi di recupero naturalistico.

 

Se un territorio viene usato male si rovina, perde di valore, diventa pericoloso per chi ci vive. Il piano regolatore è quindi importante, perché deve essere uno strumento di bene comune e di senso civico che dà valore aggiunto alla comunità intera.

dite la vostra...

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